È semplice evitare di rischiare il soffocamento nei nostri neonati: basta seguire alcune regole di base e adottare poche ma efficaci accortezze. Scopriamole insieme.
Partiamo da un dato di allerta: nel nostro Paese sono circa mille i bambini che ogni anno vengono registrati in ospedale per eventi di soffocamento. A questo dato ne aggiungiamo un secondo: stando alle stime correnti, l’incidenza reale però sarebbe di almeno 80.000 episodi. La maggioranza dei casi, quindi, non si risolverebbe in ospedale bensì tra le mura di casa.
In quanto alle cause, invece, quale sarebbe la prevalente? Ebbene, tra il 60 e l’80% dei casi la causa principale risulta la pappa. Il cibo finito accidentalmente di traverso durante i pasti. Può dipendere da una caramella mal ingerita, un pezzettino di banana, una forma di pasta o un piccolo tozzo di pane, per fare solo alcuni esempi.
Dunque cibarsi, per i nostri neonati e bimbi, non è soltanto una sorta di automatismo finalizzato alla nutrizione come per gli adulti, divenuti con il tempo piuttosto esperti; è una vera e propria avventura, spesso simile ad un percorso ad ostacoli. Un’attività assai complessa, che coinvolge l’intelletto, i sensi, le emozioni, e che richiede di raffinare numerose capacità motorie e sincroniche. Anche quando vengono imboccati da un genitore, o quando vi è la presenza di un adulto vigilante, è bene essere al corrente che i rischi restano comunque dietro l’angolo. Vediamo quindi come possiamo ridurli o evitarli.
Alcune pratiche di allattamento e somministrazione di cibo semplici per evitare il soffocamento
Partiamo dall’allattamento e proviamo a metterci nei panni del neonato. Le attività che dobbiamo svolgere non sono poche: dobbiamo succhiare con la bocca dal seno della mamma, premerlo leggermente con le mani, deglutire il latte e al contempo respirare. E da un punto di vista motorio siamo ancora privi di scioltezza e sicurezza, dunque il tutto risulta piuttosto un’impresa. Per agevolarci quindi, la mamma può tenerci su una sorta di linea retta tra l’orecchio, la spalla e l’anca e mettere il nostro pancino a contatto con il proprio corpo. Quando il latte dovesse sgorgare con flusso forte, allora meglio metterci supini e distesi sulla sua pancia.
Rimanendo nei panni del piccolo: cos’è meglio fare in fase di svezzamento? Anche in questo caso la questione per noi non è così semplice: dobbiamo cambiare abitudine, passando dall’allattamento all’imboccamento, ed anche posizione, abituandoci a rimanere seduti in modo autonomo ed eretto. È un passaggio fondamentale che ci indirizza verso le abitudini di nutrizione e convivialità degli adulti, inizialmente attraverso il seggiolone e poi con un’alza-sedia, cominciando a stare a tavola con tutta la famiglia.
Mettendoci nei loro panni, comprendiamo bene quanto queste fasi possano produrre stress, preoccupazioni e condurre a difficoltà di gestione: per questo motivo se i nostri genitori riescono a renderlo anche divertente, conviviale e gioviale, non solo sarà meno rischioso ma apprenderemo anche l’importanza rituale del momento di nutrizione insieme ai nostri cari.
In quanto ai cibi, attenzione estrema a quelli piccoli e tondi, come gli acini d’uva, le ciliegie disossate, le mozzarelline. Ed anche a quelli appiccicosi e filamentosi, come le pesche, le susine, il grasso del prosciutto crudo: per il piccolo gestirli è particolarmente complicato. Per cui, in questi casi, tornando a vestire i panni dei genitori, premuriamoci di fare estrema attenzione al modo in cui li portano in bocca, li sminuzzano con i dentini e poi li deglutiscono, assicurandoci che il cavo orale torni sempre sgombro ed in tempi assai brevi.