Il tema del Metaverso ha sempre suscitato la curiosità di esperti e non. Negli ultimi anni il progetto ha finalmente preso piede scatenando l’entusiasmo di molti utenti. Eppure la rivoluzione non è ancora arrivata e, per il momento, sembrerebbe essere più un flop.
Quella del Metaverso non è un’invenzione recente. Il termine è stato coniato nel lontano 1992: la prima volta in cui è apparso è stata nel romanzo di fantascienza di Neal Stephenson “Snow Crash”. Il progetto è strettamente legato al progredire tecnologico della realtà virtuale e negli ultimi anni ha attirato la curiosità di diverse personalità di spicco, tra cui Mark Zuckerberg, che nel 2021 ha deciso di cambiare il nome di Facebook in Meta. L’imprenditore non è l’unico ad aver puntato gli occhi sull’idea di un Metaverso che, tuttavia, per il momento sembrerebbe un flop.
Il termine Metaverso è nato dall’unione delle parole “metafisica” e “universo”. Il suo sviluppo, come spiegato in precedenza, viene collegato ai progressi della realtà virtuale. Stephenson, negli anni ’90, ha immaginato una versione utopistica di Internet e i suoi lavori sono diventati un punto di riferimento per le generazioni future, fino ai giorni nostri.
Due anni fa la società Meta ha dato inizio ai lavori per la creazione di un Metaverso. L’azienda di Zuckerberg non è la sola ad essersi interessata al tema. Anche Microsoft, Apple e altre aziende hanno cominciato ad effettuare ricerche in tal senso. La realizzazione del Metaverso è stata accolta con entusiasmo da parte di tantissime persone e, con il passare del tempo, ha preso piede l’idea che la nuova realtà virtuale avrebbe portato ad una vera e propria rivoluzione. Eppure, il progetto fatica a trovare affermazione per diversi motivi.
Il quotidiano spagnolo El País ha dedicato un articolo al Metaverso, nel quale viene raccontata una giornata tipo all’interno della realtà parallela. Questa è caratterizzata da diversi mondi virtuali, descritti come scenari in cui è possibile “chattare, giocare, guardare spettacoli o semplicemente essere e mostrare che bevi qualcosa”.
Nel Metaverso si possono visitare le città più disparate. Eppure, un dato che è saltato subito all’occhio è stata l’assenza totale di utenti in alcune fasce orarie. “Intorno alle ore 10 della penisola spagnola, che è la mattina presto negli Stati Uniti, non c’era nessuno, assolutamente nessuno, in nessuno dei mondi” è stato spiegato nell’articolo. Una delle ragioni è sicuramente il fatto che una volta finito il lockdown gli users hanno ricominciato ad uscire e la necessità di interagire con persone in un mondo virtuale è andata via via scemando.
Tra le problematicità, sono da menzionare anche gli occhiali per la realtà virtuale: la loro batteria ha una durata di una o due ore e un utilizzo prolungato “provoca stanchezza e qualche capogiro”, come spiegato da El País. Molti users, dopo qualche minuto nel Metaverso, non riescono più a sopportare gli occhiali e preferiscono rinunciare all’esperienza.
Per il momento quello della realtà virtuale continua ad essere un progetto in fase di sviluppo. A detta del quotidiano, gli imprenditori intenzionati a creare un business con il Metaverso dovranno affrontare importanti sfide. Attualmente è ancora difficile riuscire a capire se riusciranno ad attirare “abbastanza persone interessate alla realtà virtuale”.
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