La storia è degna di un romanzo di formazione: un affermato giornalista e conduttore di Rai Uno molla tutto e si fa prete. Ecco di chi si tratta.
Soldi, successo, fama, schiere di ammiratrici e una carriera tutta all’insù. Eppure, un bel giorno, la chiamata a una vita “altra”, fatta di preghiera, contemplazione e apostolato, si fa così forte da vincere ogni resistenza. Non è la trama di una fiction (anche se potrebbe ben esserlo) ma la storia recente di un volto noto di casa Rai, timoniere di Linea Verde e protagonista di molti altri popolarissimi format, che ha mollato tutto per farsi prete.
L’ex giornalista e conduttore di Rai 1 Fabrizio Gatta è stato ordinato prete due anni fa nella Concattedrale di Sanremo dal vescovo Antonio Suetta. Quest’ultimo lo ha esortato a ispirarsi a Sant’Ambrogio: “Dovrai lasciarti alle spalle un ambito tutto luccicante di carriera mondana: ti esorto ancora a perseverare nella risposta senza rimpianti e fuggendo dalla tentazione di trattenere o recuperare qualcosa”. E lui di quelle parole ha fatto tesoro.
La svolta mistica di Fabrizio Gatta
Il cammino che ha portato Fabrizio Gatta è stato lungo e in parte combattuto. Dopo otto anni di formazione e discernimento, la tappa finale con l’ordinazione sacerdotale, il 7 dicembre 2021, festa di Sant’Ambrogio, nella Concattedrale di San Siro a Sanremo, insieme al suo compagno di Seminario don Vincenzo Davide Zito. “Da quando ho intrapreso questo cammino non mi sono mai voltato indietro”, ha raccontato ad Avvenire. “E anche i disagi o le novità che la nuova condizione mi presentava li ho sempre affrontati con la forza che arriva dalla Grazia che il Signore mi concede“.
Proprio come Sant’Ambrogio, dopo una carriera professionale ricca di soddisfazioni, per volere di Qualcuno più in alto di lui Fabrizio Gatta è stato chiamato (a 58 anni) a dare una svolta radicale alla sua vita. Dopo tre anni di discernimento e otto anni di seminario, quel disegno di è compiuto. “Quando ho iniziato il mio percorso di discernimento ho svolto una missione di strada assieme ai Missionari del Preziosissimo Sangue. Poi, confrontandomi con il mio direttore spirituale, ho scelto la via del sacerdozio in diocesi”, ha spiegato l’ex volto Rai.
Anche in questa terra siamo chiamati in missione, secondo Gatta: siamo luogo di confine, di passaggio, con una comunità che progressivamente è cambiata. Il suo sguardo è proiettato in particolare sui giovani, che devono essere destinatari di una rievangelizzazione. Hanno ricevuto un’educazione cristiana, ma non riescono a cogliere la rilevanza che la fede può avere nella loro vita: “Diciamo che più che ‘contro’, vivono ‘senza’ Dio. Quasi potessero bastare a se stessi. Ma non è così”. Quanto a lui, “nella mia vita precedente avevo tutto quello che molti oggi vorrebbero: un buon lavoro, soddisfazioni, una posizione economica buona, visibilità e notorietà. Eppure dentro di me progressivamente è apparsa un’inquietudine che mi ha portato a riflettere“. Nessuna folgorazione improvvisa, dunque, bensì “una consapevolezza cresciuta piano piano”.