Bere caffè per molti è imprescindibile, al punto tale da farlo più volte nella stessa giornata. E’ il momento però di sfatare un mito: non fa così male a chi soffre di pressione alta, anzi.
“Il mattino ha l’oro in bocca”, così diceva un vecchio detto, come a sottolineare cme si abbia maggiore energia appena svegli, il momento della giornata in cui si è più produttivi. L’idea di avere diverse ore davanti ci permette di pianificare al meglio quello che vorremmo fare e agire di conseguenza, cercando di rispettare questa organizzazione.
Questo, a conti fatti, è però vero solo in parte, anzi sono in tanti a sperimentare l’effetto contrario. Alcuni, infatti, faticano a carburare e si sentono già stanchi non appena scesi dal letto e farebbero decisamente a meno di rispettare gli impegni presi. Ed è in questi casi che molti non riescono a fare a meno di bere caffè, la bevanda consigliata per recuperare energia.
Non è così infrequente avere una notte particolarmente tormentata, in cui si è faticato a prendere sonno, al punto tale da avere solo voglia di restare a dormire. Questo spinge molti a ritardare la sveglia nonostante si abbiano impegni già presi e orari da rispettare, ma questo è un comportamento che sarebbe assolutamente da evitare perché porta a essere ancora più stremati.
Come fare quindi se ci si sente stanchi già da subito? Per molti il rimedio è innanzitutto uno: bere caffè, non solo appena dopo avere messo il piede già dal letto, ma magari anche successivamente a metà mattina quando ci si trova al lavoro. Questa routine è per molti talmente consolidata da ripeterla quasi senza pensarci e più volte. Altri appuntamenti fissi possono essere previsti dopo pranzo, a metà pomeriggio e in alcuni casi anche dopo cena, nonostante la caffeina contenuta possa rendere difficile prendere sonno.
Chi non lo fa a volte non lo fa per una repulsione per la bevanda italiana per eccellenza, ma soprattutto su consiglio medico. In genere, infatti, a chi soffre di pressione alta si consiglia di limitarlo al minimo nella convinzione che questa possa peggiorare la situazione.
Ma è davvero così o si tratta solo di un luogo comune? Ora è possibile dare una risposta certa a questo quesito, che potrebbe rendere più tranquilli chi ha sempre avuto un dubbio a riguardo e ha cercato di limitarne finora le dosi.
I risultati di uno studio dell’Università di Bologna Alma Mater, in collaborazione con Policlinico Sant’Orsola, smentisce una delle teorie che abbiamo certamente ascoltato più volte nel corso della nostra vita: bere caffé, soprattutto se in quantità eccessiva, non porta a un aumento della pressione sanguigna.
Anzi, come evidenziato dalla ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nutrients, chi ne prende almeno due o tre tazzine al giorno (non importa l’orario in cui lo si fa) ha una pressione mediamente più bassa rispetto a chi ne beve solamente uno o non ne assume affatto. Insomma, chi fino ad ora ci ha rinunciato per timore di andare incontro a problemi di salute può stare tranquillo.
Ma come potrebbe essere dimostrato scientificamente quanto emerso? A spiegarlo ci ha pensato Arrigo Cicero, professore al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e primo autore dello studio. “La caffeina, contenuta nel caffè, può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma questo effetto viene bilanciato da altre componenti presenti nella bevanda – sono state le sue parole riportate da Bologna Today -. Il risultato finale in merito agli effetti generati sulla passione può quindi essere considerato positivo. Anzi, dei benefici sono stati riscontrati anche tra chi consuma caffè decaffeinato”.
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