Cresce l’ansia riferita al primo decesso di un essere umano per l’influenza aviaria. Si tratta di una donna di 56 anni
Il Covid-19 potrebbe essere stato solo l’inizio. Il mondo, purtroppo, sembra essere ormai indirizzato verso la strada che porta all’insorgenza ciclica di nuove, temibili, malattia. Ora, sempre dalla Cina, come fu per il Covid-19, arriva una notizia che spaventa tutto l’Occidente. Ecco costa sta succedendo.
La diffusione dell’influenza aviaria in Asia sta causando danni incalcolabili. Ancor prima che alla salute delle persone, all’economia. In Cina, come in Giappone, infatti, sono già stati abbattuti migliaia di uccelli e questo, tra gli altri problemi, ha causato e sta causando una crescita esponenziale del costo delle uova in quell’area.
Ma la storia, recentissima, dovrebbe insegnarci qualcosa. Non esistono virus che sono solo di una parte del mondo. I virus si propagano in maniera veloce, internazionale e intercontinentale. E, allora quanto sta accadendo in Oriente dovrebbe interrogare il mondo intero. Anche perché, secondo quanto rilevato dagli esperti, la malattia negli umani colpisce direttamente i polmoni.
I recettori dei virus aviari del nostro corpo si trovano prevalentemente nelle vie respiratorie profonde, e quindi il contagio può determinare casi gravi di infezioni primarie da virus aviario a livello polmonare.
La prima vittima umana
Ora, quindi, fa paura, molta paura, la notizia che sta trapelando solo in queste ore. In Cina, infatti, è morta la prima persona per l’infezione da influenza umana. Si tratta di una donna di 56 anni. La donna si sarebbe ammalata di polmonite lo scorso 3 marzo e sarebbe deceduta il 16 dello stesso mese. Un mese fa, quindi. Ma la Commissione sanitaria nazionale della Repubblica popolare cinese avrebbe notificato all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il caso confermato di infezione umana da virus dell’influenza aviaria A(H3N8) solo pochi giorni fa.
Quello della 56enne cinese è il terzo caso riportato di infezione umana con un virus dell’influenza aviaria A(H3N8). Il primo mortale. La donna, comunque, aveva altre commorbità e sarebbe rimasta esposta al virus per diverso tempo. Tutti e tre i casi si sono registrati in Cina e non sono stati segnalati contatti tra gli infetti. Tutto ciò, dunque, mette in allarme il mondo intero. Per gli esperti, infatti, il tema della influenza aviaria accompagnerà l’uomo nei prossimi mesi. In realtà, l’influenza aviaria la conosciamo fin dal lontano 1997 con i casi di influenza da animale a uomo.
Anche se c’è da dire che, secondo l’Oms il virus non avrebbe una grande capacità di diffondersi con facilità da persona a persona. Il rischio, dunque, di una nuova pandemia sembra, al momento scongiurato. Secondo quanto rilevato, infatti i casi umani di infezione sono generalmente il risultato di un’esposizione diretta o indiretta a pollame vivo o morto infetto o ad ambienti contaminati. Ma, come ci ha insegnato il Covid-19 e come ben sappiamo con riferimento ai virus influenzali, questi cambiano con una grande rapidità. Per cui è fondamentale mantenere alta l’attenzione.