Sono in arrivo buone notizie per coloro che andranno in pensione in questo 2023: gli aumenti consentiranno di reggere l’urto dei rincari.
Gli aumenti del 2022 hanno davvero messo in ginocchio molte famiglie italiane, che hanno fatto tantissima fatica a riuscire ad arrivare alla fine del mese. Le conseguenze della pandemia di Covid-19 e lo scoppio della guerra in Ucraina hanno scatenato un forte rialzo dei prezzi, che ha riguardato non solo le bollette di luce e gas (che hanno raggiunto in alcuni casi cifre astronomiche) ma anche i generi alimentari. Tanti nuclei familiari si sono ritrovati a dover far fronte a spese decisamente superiori rispetto al recente passato: nonostante gli interventi di sostegno economico dei vari governi che si sono succeduti nel corso di questi ultimi anni il bilancio resta rosso per molte famiglie, che sperano che il 2023 possa gravare in maniera inferiore sul portafogli.
E’ un auspicio che coltivano anche le persone anziane, in particolare coloro che percepiscono una pensione che non raggiunge i 1.000 euro al mese e che magari si ritrovano a dover pagare anche l’affitto.
Per fortuna, come spiegato anche dal sito Qui Finanza, chi andrà in pensione nel 2023 potrà godere di un assegno mensile più alto rispetto a coloro che sono andati in pensione nel 2022. Con l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, ovvero di quei valori che consentono di calcolare il montante contributivo trasformandolo nella pensione annua, le cifre sono aumentate di circa il 3% per il biennio compreso tra il 1 gennaio 2023 e il 31 dicembre 2024.
Come precisato nel decreto direttoriale del 1° dicembre 2022 emanato dal Ministero del Lavoro e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo in rendita pensionistica ha preso il via proprio il 1 gennaio 2023 e riguarda le gestioni Inps (non le casse professionali).
Le categorie interessate da questa importante modifica sono coloro che non hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995; chi ha meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995; chi ha meno di 18 anni di contribuzione al 31 dicembre 1995 ed ha anzianità contributive dopo il 31 dicembre 2011; infine, chi sceglie il sistema contributivo, ad esempio con Opzione donna.
Ma come si fa a calcolare con esattezza l’aumento? Per fare un esempio, se si va in pensione a 62 anni il coefficiente è del 4,88%: con un montante contributivo di 300.000 euro la pensione annua passa dai 14.310 euro circa del 2022 ai 14.646 euro del 2023, con un rialzo di ben 336 euro. Per chi andrà in pensione a 67 anni in questo 2023 l’aumento sarà di 444 euro, mentre si arriverà a 540 euro per i 70enni che andranno in pensione quest’anno.
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