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Gossip e TV

Francesco Facchinetti, la triste storia da bambino: “Non riuscivo…”

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Roberto Naccarella

La storia raccontata da Francesco Facchinetti ha commosso tutti i fan dell’artista milanese: la sua confessione.

Conduttore televisivo e radiofonico, ma anche cantante, disc jockey, imprenditore, arrivando anche a recitare in alcuni film e prestare la voce in lungometraggi d’animazione. Tutto questo è Francesco Facchinetti, conosciuto dagli esordi della sua carriera fino al 2006 con l’appellativo di DJ Francesco (per un breve periodo si è anche fatto chiamare semplicemente Francesco). Facchinetti è figlio d’arte, dato che suo padre è il celebre tastierista e cantante dei Pooh, Roby Facchinetti.

Facchinetti e la sua triste storia – foto ANSA – Newsabruzzo.it

Un legame di sangue che è emerso chiaramente nella carriera dell’ex DJ Francesco, che ha conquistato tutti nell’estate 2003 con il brano La canzone del capitano. Da quel momento in poi l’artista milanese è riuscito a costruirsi una carriera luminosissima, nel settore musicale ma soprattutto come conduttore televisivo: tra i tanti programmi che hanno visto protagonista Francesco Facchinetti vanno ricordati soprattutto X-Factor e The Voice of Italy.

La dolce foto di Facchinetti da bambino: la confessione dell’artista

Il figlio di Roby Facchinetti è seguitissimo anche su Instagram, dove può contare su oltre un milione di follower. Proprio attraverso il celebre social, Francesco Facchinetti ha voluto pubblicare qualche giorno or sono una foto di sé stesso da bambino, in spiaggia, con un costumino, i capelli biondi e quel sorriso che i fan conoscono molto bene.

Assieme alla tenera immagine, Facchinetti ha voluto anche pubblicare una profonda riflessione che è piaciuta molto ai suoi follower.

Francesco Facchinetti da bambino – foto Instagram – Newsabruzzo.it
Oggi ho trovato questa mia foto da bambino. Riguardandola ho ripensato a tante e tante cose. Ho pensato ai miei nonni, ero in vacanza con loro lì – le parole dell’artista – Ho pensato a quanto mi mancano e quanto avrei dovuto ancora imparare da loro. Poi ho pensato a come mi chiamavano quando ero un bimbo: Attila! Questo nome, che come appellativo ad un bimbo può sembrare anche simpatico, nascondeva qualcos’altro“.
Ero e sono dislessico – rivela Francesco Facchinetti – Questo creava un disagio dentro di me, mi sentivo inadeguato, sbagliato e sempre in difetto. Tutto ciò mi ha incattivito molto da piccolo, e non riuscire a comunicare mi ha portato a diventare Attila. La mia testa, i miei pensieri, le mie parole andavano più veloce della mia bocca. Non riuscivo a leggere, scrivere e a parlare“.

“Può essere di aiuto a tanti…”

Poi è successo qualcosa. Quando ho capito che quello che avevo non era un problema ma solo un ostacolo da superare è iniziata la mia scalata. Ho iniziato a lasciarmi andare nel vero senso della parola. Ho iniziato a non aver più paura di sbagliare! Anche se dicevo una parola errata, e se non riuscivo a leggere velocemente le cose, non era più un problema. Così, a poco a poco e con gli anni, Attila è scomparso per dare spazio a Francesco“.
Scrivo tutto questo perché so che può essere di aiuto a tanti genitori che sono preoccupati per i loro figli dislessici – ha poi concluso Facchinetti – Invece a tutte le persone che sanno di avere questa stessa cosa che ho io dico che la scalata si può fare, non dovete avere timore“.
Roberto Naccarella

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