A distanza di oltre 50 anni, questo gravissimo evento di cronaca segna ancora la storia del nostro Paese. Uno speciale che ricostruisce fatti e depistaggi
54 anni sono tanti, tantissimi. Ma non offuscano il ricordo, l’orrore, per una storia, una vicenda, che ha segnato, in quel periodo, ma non solo, la storia d’Italia. Si tratta, infatti, di uno dei casi di cronaca che maggiormente hanno colpito l’opinione pubblica. Proprio in questi giorni, l’anniversario di quel tragico evento.
E’ la storia del piccolo Ermanno Lavorini, ucciso a Vecchiano, centro in provincia di Pisa, in Toscana, il 31 gennaio 1969. Appena dodici anni per il piccolo, rapito per chiedere un riscatto e poi ucciso. Come detto, il caso fu uno di quelli che destarono il massimo scalpore nella storia del secondo dopoguerra italiano, anche per il fatto di essere stato il primo caso di rapimento di un bambino. Purtroppo, da quel periodo in avanti, saranno numerosi i casi di rapimenti, in tutta Italia.
La sparizione del bambino, le ricerche dapprima e il ritrovamento del suo corpo senza vita poi, fecero discutere per molti mesi i mezzi d’informazione italiani, destando orrore, scandalo e polemiche. Secondo anche quanto riportato dal libro scritto da Provvisionato “Ermanno Lavorini fu assassinato durante un sequestro di persona, messo in atto da ragazzi poco più grandi di lui, per ottenere un riscatto che doveva servire a finanziare un gruppetto politico di estrema destra”.
Non solo, quindi, una storia di violenza. Ma anche una vicenda ricca di intrighi e depistaggi, come dimostreranno poi i vari gradi di giudizio del processo. Come stabilito da Corte di Appello e Cassazione, fu un reato politico quindi.
Il corpo del piccolo Ermanno, infatti, fu ritrovato in una pineta di Viareggio, che di notte era tendenzialmente frequentato da persone omosessuali principalmente. Da lì, quindi, partì una campagna di demonizzazione nei loro confronti, coinvolgendo anche esponenti della pubblica amministrazione. Marco Baldisseri, di sedici anni, ragazzo che frequentava la pineta, viene ritenuto l’autore del delitto. Nel processo finiranno imputati altri due soggetti: Rodolfo Della Latta e Pietro Vangioni.
Indagini lunghe e complesse, caratterizzate, fin dall’inizio, da tanti depistaggi. E così, il processo inizia solo nel 1975, sei anni dopo la morte dei piccolo Ermanno. In primo grado, la condanna di Baldisseri a 19 anni, di Della Latta a 15 anni e quattro mesi mentre Pietrino Vangioni fu assolto per insufficienza di prove. Sia in primo che in secondo grado, i giudici esclusero matrici politiche nel delitto, sostenendo che fosse maturato in un ambiente di omosessuali.
Solo la Cassazione, infine, legherà il delitto agli ambienti dell’eversione nera, sostenendo come il sequestro di persona, con lo scopo di chiedere il riscatto, doveva servire a finanziarie l’associazione filofascista e monarchica. Infine, 11 anni di carcere a Della Latta, 9 a Vangioni e 8 anni a Baldisseri. Un crimine che ha segnato l’influenza culturale italiana e che, ancora oggi, è ricordato con orrore. A questo terribile fatto di cronaca, Rai 3 dedica uno speciale, in onda il 20 gennaio alle 21:20.
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