Matteo Messina Denaro è stato rinchiuso all’interno del carcere dell’Aquila, dove si trovano anche altre figure sottoposte al regime 41bis.
La cattura di Matteo Messina Denaro dopo 30 anni di latitanza è stata accolta con grande soddisfazione in tutta Italia, anche se sono in molti a chiedersi come facesse il boss a girare indisturbato senza che nessuno segnalasse la sua presenza. Al di là dei dubbi e dei chiarimenti necessari, la notizia del suo arresto è senza dubbio una vittoria per lo Stato e per le forze dell’ordine che in tutti questi anni hanno lavorato incessantemente per consegnare Messina Denaro alla giustizia.
Dal 1993 nella lista dei dieci latitanti più ricercati al mondo, Messina Denaro è stato bloccato mentre si trovava nella clinica La Maddalena di Palermo, dove si era recato per sottoporsi ad un ciclo di chemioterapia (è malato di tumore, ndr).
Fu lui il mandante della strage di Via dei Georgofili, a Firenze, nel 1993, dove furono uccise 5 persone e ferite altre 37, e anche di altri attentati che causarono morti e feriti. Inoltre, Messina Denaro fu mandante dell’omicidio di Giuseppe Di Matteo, il 15enne strangolato e sciolto nell’acido per costringere suo padre, Santino, ex mafioso pentito, a ritrattare sulle sue dichiarazioni relative alla strage di Capaci.
Carcere dell’Aquila, gli altri detenuti al 41bis: ecco chi sono
Matteo Messina Denaro è attualmente detenuto presso il carcere dell’Aquila, noto anche come Le Costarelle, inaugurato nel 1993 e diventato dal 1996 in poi una delle principali strutture detentive per i criminali più pericolosi d’Italia. Il carcere aquilano è stato utilizzato soprattutto per l’applicazione del cosiddetto “regime detentivo 41 bis“, una misura di sicurezza che prevede delle particolari restrizioni per i detenuti ritenuti fortemente pericolosi per la sicurezza dello Stato.
Tra questi rientra ovviamente Matteo Messina Denaro, che si troverà in ‘buona’ compagnia nel carcere dell’Aquila. All’interno della struttura detentiva del capoluogo abruzzese sono infatti rinchiusi anche altri detenuti sotto il regime detentivo 41 bis.
Nadia Desdemona Lioce, ad esempio, ex Brigate Rosse condannata per associazione mafiosa e per l’omicidio di D’Antona e Biagi, ma anche Filippo Graviano, membro della famiglia mafiosa dei Graviano, operante a Palermo. Inoltre, all’interno delle Costarelle sono passate anche altre figure mafiose di spicco.
Anche Totò Riina detenuto nel carcere dell’Aquila
Su tutte Totò Riina, noto anche come “Il capo dei capi“, capo della famiglia mafiosa dei Corleonesi e condannato per associazione mafiosa, omicidio, estorsione e traffico di droga. Tra i mandanti degli omicidi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Totò Riina è stato rinchiuso nel carcere dell’Aquila tra il 1993 e il 2017 sotto il regime detentivo 41 bis. Trasferito nel carcere di Parma per motivi di salute, il celebre boss mafioso è poi deceduto il 17 novembre 2017.