Un anno di Pensione che devi restituire all’INPS, ecco chi rischia di perdere un mare di soldi: i dettagli sulla situazione.
Da sempre, in Italia ma come in tutto il resto del mondo, i lavoratori oltre a svolgere le loro mansioni a seconda della professione si preoccupa del loro futuro, del giorno in cui non potranno più lavorare perché arrivati in età avanzata; la fase di pensionamento è dunque sempre nei pensieri delle persone, così come in quello dei politici e legislatori, che devono intervenire in merito per regolare e gestire i sistemi pensionistici.
Mentre il nuovo governo guidato dalla Premier Giorgia Meloni pare abbia già proposto qualche modifica all’attuale riforma in vigore (la cosiddetta “Legge Fornero) e non solo in questa manovra di bilancio, alcuni pensionati potrebbero ritrovarsi a dover restituire addirittura un’intera annualità direttamente all’INPS.
Attenzione a non perdere la pensione
Nelle varie misure del sistema pensionistico, oltre alla “classica” pensione di vecchiaia, troviamo anche altre pensioni da sfruttare in attesa di avere l’età richiesta appunto dalla pensione di vecchiaia; ad esempio, nel 2019 è stata introdotta Quota 100, una misura che permette di andare in pensione anticipata purché abbiano alle spalle 38 anni di contributi versati, ricevendo un assegno calcolato in relazione ai contributi versati. A partire da quest’anno ancora in corso, il 2022, la Quota 100 è stata comunque revocata e sostituita da altre misure, nonostante ci siano ancora percettori dell’assegno pensionistico ottenuto grazie a questa quiescenza.
Ecco perché in alcuni casi si potrebbe perdere.
Ecco come si può perdere l’assegno e si può ricevere la richiesta di restituzione
Essendo forme di pensione anticipate, queste varie misure (da Quota 100 a quelle successive) impongono dei vincoli molto più stringenti; chiunque percepisca l’assegno pensionistico in questo modo non può avere (come ricorda anche il sito orizzontescuola.it in un articolo) attività lavorative con contratto dipendente oppure in forma autonoma, eccezion fatta per le attività di lavoro autonomo occasionale senza subordinazioni o vincoli, per cui non si deve comunque superare la soglia massima dei 5.000 euro guadagnati durante l’anno.
Ecco perché, nel caso invece qualcuno pur percependo la pensione con questa misura, abbia lavorato in attività di lavoro dipendente o indipendente, pur magari guadagnando pochissimo, si potrebbe trovare a dover restituire l’importo erogato dall’INPS per l’anno 2022. Interrompendo il lavoro si può comunque riavere accesso in seguito alla pensione, purché appunto fin tanto che viene percepito l’assegno in questo modo non si abbiano attività lavorative ad esclusione del lavoro occasione, sempre compreso nel limite imposto; il divieto del cumulo dei redditi in questo senso è assoluto per percepire la pensione con Quota 100, dunque chiunque abbia deciso di beneficiare di questa misura deve fare molta attenzione a non intraprendere attività lavorative che porterebbero alla decadenza del beneficio.