Il Sistema pubblico di identità digitale (SPID) potrebbe tramontare per volere del partito della Premier. E’ stato lo stesso Alessio Butti – sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – a chiarire il desiderio del nuovo Governo. Vediamo insieme i dettagli.
Fratelli d’Italia ha festeggiato da poco il decimo anniversario, in tale occasione Alessio Butti – sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – si è lasciato scappare un dettaglio importante.
Il Sistema pubblico di identità digitale è nato nel 2013 su proposta di Stefano Quintarelli, per poi entrare effettivamente in vigore nell’anno 2016. In pochissimo tempo, gli utenti sono triplicati, proprio perché il possesso dello SPID è divenuto necessario per moltissime azioni di pubblica amministrazione e servizi. Ad esempio, per accedere all’INPS, oppure alle varie agevolazioni e bonus concessi dallo Stato, ma anche per potersi iscrivere ai concorsi pubblici e professionali – occorre appunto possedere un’identità digitale certificata. Eppure, sembra che non tutti apprezzino il sistema digitale proposto da Quintarelli: la proposta di eliminare lo SPID giunse già precedentemente sul tavolo del secondo Governo Conte, ora sembra che abbia raggiunto anche la scrivania di Giorgia Meloni. E’ stato lo stesso Alessio Butti a lasciarsi scappare questa informazione: approfondiamo insieme l’argomento nel prossimo paragrafo.
SPID preso eliminato da Giorgia Meloni? La verità
Alessio Butti, sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, avrebbe espresso la volontà di Giorgia Meloni di annullare il Sistema pubblico di identità digitale. La dichiarazione, avvenuta durante il decimo anniversario dalla fondazione del partito ha suscitato un certo stupore, soprattutto perché nessuno aveva mai pensato alla possibilità di annullarlo definitivamente. In effetti, un’operazione del genere riguarderebbe 33 milioni di italiani attualmente registrati. Stando a quanto dichiarato da Butti, la Premier avrebbe deciso di approvare un unico sistema di riconoscimento associabile alla Carta d’identità elettronica.
Al momento, non tutti i cittadini italiani ne possiedono una. I cittadini che hanno compiuto il passaggio da cartaceo a elettronico sarebbero all’incirca 32 milioni. Ad ogni modo, si tratta ancora di un semplice desiderio che potrebbe al contempo realizzarsi nel corso degli anni di Governo di Giorgia Meloni. In effetti, questo faciliterebbe tutte quelle azioni burocratiche che contemplano l’utilizzo dello SPID. La Carta d’identità digitale infatti possiede molte più informazioni rispetto a quella cartacea, pertanto varrebbe anch’essa come documento di riconoscimento certificato.
La Carta d’identità elettronica rappresenta il nostro futuro
La CIE rappresenta in nostro futuro: parliamo di un documento che contiene tutte le informazioni utili all’identificazione di qualsiasi individuo. Al suo interno troviamo i dati personali, associati poi al codice fiscale, impronte digitali e persino gli estremi dell’atto di nascita. Per questo motivo, nel momento in cui tutti i cittadini italiani vanteranno il possesso di una CIE, lo SPID non sarà più necessario.
Basterà inserire la CIE negli appositi portali pubblici per poter accedere a servizi, concorsi ed informazioni in ambito professionale, privato e sanitario. Un’iniziativa di questo tipo potrebbe dimezzare le tempistiche burocratiche, facilitando le operazioni quotidiane associate a qualsiasi cittadino. Al momento però, si tratta di una semplice iniziativa.