Reddito di Cittadinanza, purtroppo in moltissimi subiranno il taglio dell’Assegno a partire dal prossimo anno: ecco i dati.
Con l’elezione del nuovo governo si è tornati a parlare in maniera accesa del Reddito di Cittadinanza, sussidio di base introdotto nel 2019 dal governo Conte e che ha rappresentato davvero un grande cambiamento per il nostro paese; destinato a persone che vivono in condizioni di povertà, ha sicuramente aumentato le entrate di molti cittadini e pensionati, visto anche l’aumento dei costi della vita.
La coalizione attualmente al governo non ha però mai visto di buon occhio questo sussidio, che già dal 2023 subirà delle importanti modifiche prima di avviarsi, dopo un periodo cuscinetto già stabilito, alla cancellazione; in merito al taglio degli assegni è arrivata ora una previsione che porta davanti agli occhi dei dati piuttosto importanti.
Il Reddito di Cittadinanza, il sussidio che fa ancora discutere
La misura introdotta nel 2019 non rappresenta una novità in ambito mondiale, considerando come ci siano già diverse nazioni che garantiscono un reddito minimo ai propri cittadini; in questi anni però, il sussidio è stato spesso al centro di polemiche in particolare dalle opposizioni, specie per le sue regole. Già in campagna elettorale, la coalizione di Centro-Destra aveva fatto capire come, una volta eletta, avrebbe cambiato le cose; già da questa manovra di bilancio 2023 arriveranno infatti novità per tutti i percettori, con diverse persone che pare si vedranno tagliata completamente la quota che al momento stavano ricevendo. A fare una stima in merito e a riportare dei dati ci ha pensato ora l’Istat, che ha preso in analisi la situazione.
I tagli agli assegni: i dati
Come anticipato dalla bozza della manovra di bilancio 2023, ci saranno diverse persone che nel corso del 2023 andranno a perdere progressivamente il sussidio; ci sarà solamente la possibilità di rifiutare un’offerta di lavoro congrua, pena la sospensione del Reddito di Cittadinanza, mentre tutti quelli considerati abili al lavoro (in un’età compresa tra i 18 e i 59 anni) saranno tenuti a seguire corsi di formazioni per essere inseriti poi nel mondo del lavoro, senza più il sussidio una volta scaduto il periodo cuscinetto. Stando ai dati rilevati dall’Istat (riportato dall’Ansa) la riduzione della durata del sussidio colpirà quasi 900mila persone, con una percentuale di un percettore su cinque; ad esporlo in un’audizione alla Camera sulla manovra di bilancio 2023 il presidente dell’Istituto nazionale di statistica, Gian Carlo Blangiardo.
Considerando solamente la fascia tra i 18 e i 59 anni poi, la percentuale aumenta ed arriva ad essere di un beneficiario su tre. “La decurtazione della durata coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni (in particolare coinvolge più della metà degli individui soli) e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni” ha poi aggiunto (come riporta sempre la fonte) il presidente dell’Istat. Il prossimo anno dunque sono attesi grandi cambiamenti, col governo che dovrà impegnarsi per attenuare il problema della disoccupazione e della povertà crescente, visto anche l’aumento del costo della vita e la crisi energetica di questi mesi.