La crisi energetica ha portato inevitabilmente alla necessità di aumentare la cifra pensionistica mensile, questo in base alla perequazione nata dall’attuale condizione di rincaro generale dei prezzi. Eppure, non è finita qui: vediamo insieme tutti i dettagli.
Ogni Governo dovrebbe garantire il benessere dei propri cittadini, per questo motivo l’assegno pensionistico viene adeguato annualmente al costo della vita e alla percentuale di inflazione nazionale.
La fase di perequazione avviene pertanto annualmente e corrisponde a quel processo economico che contempla un adeguamento della pensione (e degli stipendi) in base ad un criterio di equità e pareggiamento. Per questo motivo, molti cittadini hanno goduto di un aumento mensile, giunto conseguentemente alla crisi energetica. L’isolamento europeo ha costretto la Commissione nell’utilizzo esclusivo delle fonti di energia locali – tutto questo ha portato ad un rincaro delle bollette, effetto che ha contribuito all’aumento dei costi di produzione e servizio con la conclusione di un prodotto finale molto più costoso. Dalla concomitanza dei seguenti fattori, possiamo intuire come mai l’inflazione (aumento generalizzato e prolungato dei prezzi) abbia raggiunto in poco tempo l’11%. Nasce quindi la necessità di eseguire un nuovo processo di perequazione, in modo da garantire ai cittadini il benessere minimo voluto dalla nostra Costituzione. Eppure, nel 2023 qualcosa potrebbe cambiare.
Aumento pensioni: incremento ulteriore nei mesi di aprile, luglio ed ottobre
Come abbiamo anticipato, generalmente la perequazione relativa all’assegno pensionistico avviene annualmente. Tuttavia, nell’anno 2023 questo potrebbe avvenire trimestralmente, in modo da seguire più efficacemente un eventuale rincaro dei prezzi. L’anno 2022 ha dimostrato di quanto la condizione economica nazionale possa subire modifiche nell’arco di pochi mesi: da marzo (scoppio della guerra in Ucraina) ad giugno, il carburante ha raggiunto prezzi indicibili, per poi abbassarsi nuovamente grazie al taglio delle accise previsto da Mario Draghi. Insomma, le statistiche mostrano l’instabilità finanziaria italiana, nata fondamentalmente dal lento processo di indipendenza energetica voluto dalla Commissione Europea.
Per questo motivo, il Governo ha pensato di procedere trimestralmente con la perequazione delle cifre pensionistiche, in modo da poter monitorare le condizioni economiche del nostro Paese. Il potere d’acquisto dei cittadini rappresenta il primo motore dell’economia, pertanto gli assegni vanno incrementati laddove il pensionato non riesca a mantenere un tenore di vita stabile. Nell’anno 2023 la perequazione potrebbe essere programmata per aprile, luglio ed ottobre – mesi in cui i cittadini probabilmente vedranno un ulteriore aumento del proprio assegno. Manovra economica necessaria rispetto alle attuali condizioni economiche.
Pensioni in aumento? Il pensiero di Forza Italia
Il Decreto del Ministero dell’Economia e Finanze conferma l’aumento dell’assegno pensionistico, le pensioni minime raggiungeranno così i 600 euro mensili, con un incremento del 7,3%. La percentuale potrebbe aumentare ulteriormente in base alla probabile perequazione trimestrale.
Forza Italia conferma la necessità di assegnare pensioni da 600 euro rispetto ai cittadini appartenenti alla categoria debole: over 70 e pensionati con ISEE minimo. Ad ogni modo, entro la fine dell’anno 2023, le pensioni potrebbero godere di un incremento dell’8,7% rispetto agli anni scorsi.