Non riesci a pagare l’affitto? Lo sfratto potrebbe rappresentare una conseguenza difficile da evitare. Eppure, esiste una scorciatoia offerta direttamente dall’ONU. Parliamo di un patto tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’Italia. Vediamo insieme i dettagli.
Nel momento in cui un cittadino decide di firmare un contratto d’affitto, si assume anche il dovere e la responsabilità di garantire il pagamento delle mensilità al proprietario dell’immobile.
Laddove l’affittuario cominci a mancare nel pagamento della cifra prevista dal contratto, il proprietario dell’immobile può procedere con la richiesta di sfratto. Parliamo fondamentalmente di un processo che costringe il cittadino ad abbandonare la sua abitazione, in seguito al mancato rispetto del contratto d’affitto. In Italia, negli ultimi 40 anni la percentuale di sfratti è cresciuta fino al 111%, complice sicuramente la crisi economica e la povertà dilagante. La verità è che ad oggi pochissime persone possono permettersi in autonomia una casa, che sia con contratto d’affitto o mutuo. Tuttavia, per legge ogni Governo dovrebbe garantire un’abitazione dignitosa ai suoi cittadini, ed è proprio su questo primo diritto che si articola il patto tra l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il nostro Paese. Esiste in effetti una scappatoia allo sfratto, scopriamo insieme di cosa si tratta.
Nel 1978, l’Italia ha firmato il patto internazionale per i diritti economici, sociali e culturali con l’Organizzazione delle Nazioni Unite, secondo cui tutti i cittadini avrebbero diritto ad un alloggio dignitoso. Nel 2021, l’Assemblea di autodifesa dagli sfratti ha deciso di rivendicare la natura del patto del ’78, per evitare che diversi nuclei famigliari perdessero la propria abitazione. In effetti, nell’ultimo anno, 10 cittadini hanno usufruito di tale cavillo per poter evitare di essere sfrattati, chiedendo per l’appunto l’intervento dell’ONU. E’ sufficiente inviare la richiesta, dopodiché l’ONU procederà ad esaminare il caso e deciderà se eliminare la richiesta di sfratto o meno.
E’ importante sottolineare che non si tratta di una richiesta accessibile a tutti, le motivazioni che spingono il cittadino a richiedere l’annullamento devono essere serie e giustificate. L’ONU ad esempio verifica se nel nucleo famigliare siano presenti minori, anziani oppure persone affette da disabilità; verifica poi le condizioni economiche del richiedente, in modo da certificare effettivamente la gravità della condizione finanziaria famigliare. Solo dopo le opportune verifiche, l’Organizzazione procede con l’annullamento. Ora, vediamo insieme come inviare la richiesta di annullamento dello sfratto.
La petizione da inviare all’ONU è assolutamente gratuita, tuttavia è possibile trovare il modulo solo in lingua inglese, francese, spagnola e russa; una volta compilato il modulo, vanno allegati alla richiesta i documenti di affitto, sfratto ed eventuali sentenze e ricorsi.
Successivamente, l’ONU invierà la richiesta alla rappresentanza italiana a Ginevra, presso il Comitato Interministeriale dei Diritti Umani. Nel caso in cui quest’ultima abbia buon fine, la richiesta di sfratto verrà ufficialmente annullata. Inoltre, una volta concluso il procedimento, le autorità locali dovranno impegnarsi per trovare un altro alloggio dignitoso al richiedente.
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