Gianni Bugno sta vivendo un periodo alquanto difficile a causa dell’ennesimo incidente che ha spezzato la vita di un altro sportivo. Per lui e questo è un dolore difficile da superare.
È questo è un periodo di lutto per il mondo dello sport e del ciclismo il quale è costretto a dire per sempre addio ad un altro grande volto delle due ruote, un ciclista molto a soli 51 anni.
Ma di chi si tratta? Che cosa è successo?
Il dolore vissuto da Gianni Bugno
Non riesce a non trattenere le lacrime Gianni Bugno nel momento in cui ricorda della morte di Davide Rebellin, un ciclista 51enne morto dopo essere stato investito da un camion. E questo ciò che è accaduto durante la mattina del 30 novembre presso la SR 11 a Montebello Vicentino. In base alle prime ricostruzioni, il camion, proprio a poco prima di girare ad uno svincolo, ha travolto l’ex ciclista senza nemmeno essersi accorto di quando stavo accadendo.
E così il mondo si trova a dire per sempre addio ad un ciclista che ha avuto una lunghissima carriera e che ha portato a casa la vittoria in un’edizione dell’Amstel Gold Race. Tre sono stati i premi portati a casa in occasione della Freccia Vallone, uno alla Liegi-Bastogne-Liegi e una tappa al Giro d’Italia del 1996.
Ed è proprio in quest’ultima edizione che ha partecipato anche Gianni Bugno alla corsa rosa, fune ciclista che ai microfoni di Fanpage, ho voluto ricordare un’ultima volta il suo collega Rebellin: “È un momento abbastanza complicato. C’è davvero poco da dire. Lo conoscevo da quando è diventato professionista e l’ho visto domenica l’ultima volta. È stato il più longevo del panorama internazionale come corridore e ha dedicato la sua vita al ciclismo”.
Bugno ha definito Rebellin con pochissime parole anche se questa la dicono lunga sulla persona che il ciclista era: “Una persona a modo, misurata e senza nessuna forma di arroganza“.
Rebellin, il quale aveva terminato la sua carriera poche settimane fa con più di 30 anni di professionismo, è soltanto l’ultimo di una lista molto lunga di persone che perdono la vita a bordo della propria bicicletta. Basti pensare a Luca Marengoni, a Sofian Bahri, a Rosario Costa oppure a Michele Scarponi.
Primo elenco molto lungo che purtroppo sembra non essere destinato a terminare. Infatti, soltanto nel 2021, 180 sono stati i ciclisti che hanno perso la vita lungo le strade italiane. Altri 989 invece sono stati portati in ospedale in codice rosso in prognosi riservata.
Ed è proprio su questo argomento che Gianni Bugno ci tiene a dire la sua affermando: “I ciclisti sono la parte debole del panorama stradale, sotto di noi ci sono solo i pedoni. La dinamica non la conosco ma, purtroppo, dobbiamo convivere con le strade che abbiamo e con tutto ciò che comporta la vita di oggi tra traffico e tutto il resto. C’è una mal sopportazione su strade che non sono consone alle esigenze e gli incidenti ci sono stati e continuano ad esserci. Conviviamo ma senza un vero rispetto per l’altro”.