La crisi energetica ha provocato un rincaro generale dei prezzi, fattore che ha contribuito alle difficoltà finanziarie delle famiglie italiane. Inoltre, sembra che alcune aziende di energia elettrica abbiano approfittato del momento storico che stiamo vivendo.
Il 24 febbraio 2022, Vladimir Putin attaccava improvvisamente l’Ucraina, provocando la reazione conseguente della Commissione Europea. Di fronte ad una tale manifestazione di aggressività, il Continente decise di isolare economicamente la Russia.
L’isolamento energetico russo ha costretto l’Europa ad un processo di indipendenza energetica, percorso che ha causato il rincaro dei prezzi contro cui stiamo combattendo dal mese di marzo. Prima il carburante, poi anche il gas e l’energia elettrica hanno alzato il proprio tetto relativo al pagamento della bolletta. Il precedente Governo Draghi approvò quindi una serie di manovre, volte a limitare i danni causati dalla crisi energetica globale. Il Presidente del Consiglio ufficializzò quindi il taglio delle accise sul carburante e confermò il Decreto Legge Aiuti bis – manovra che venne convertita in legge nel mese di settembre. Quest’ultima ha proibito categoricamente l’aumento autonomo ed indipendente delle cifre relative al consumo dell’energia, obbligo che avrebbero dovuto rispettare tutte le aziende coinvolte fino al mese di aprile dell’anno 2023. Eppure, sembra che l’80% delle aziende di energia elettrica non abbia rispettato il Decreto Legge, motivo per cui l’Antitrust ha deciso di indagare.
Diversi cittadini italiani hanno denunciato un aumento ingiustificato dei prezzi delle bollette, motivo per cui l’Antitrust ha deciso di indagare. A meno che la modifica del contratto non risalga ad un periodo antecedente rispetto all’approvazione del decreto infatti, laddove l’azienda abbia richiesto valori superiori ai propri clienti, ha violato categoricamente il Decreto Legge Aiuti bis. In particolare, sono sette le aziende accusate di illeciti dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea e Engie – fondamentalmente l’80% del mercato.
I cittadini a cui è stata comunicata la modifica illegittima del contratto sono più di sette milioni e mezzo, due milioni e mezzo dei quali avrebbero già subito le conseguenze dell’aumento ingiustificato dei costi dell’energia. A questo proposito, l’Authority sta provvedendo alle opportune indagini per provare e certificare l’effettiva violazione della legge. Tre delle aziende citate hanno deciso di fare ricorso: Hera, A2A ed infine Edison. Nel frattempo, altre quattro aziende sono finite sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust: Iren, Dolomiti, E.On e Iberdrola. I cittadini italiani vittime dell’illecita modifica del contratto, attendono il rimborso da parte della propria azienda affiliata.
Ricapitolando, la comunicazione di modifica del contratto deve essere antecedente al 10 agosto 2022, in caso contrario ci troviamo di fronte ad una violazione della legge. I cittadini italiani vittime dell’aumento dei costi dell’energia, verranno rimborsati automaticamente senza necessità di proporre alcuna richiesta.
Ad ogni modo, laddove esista la prova di una fatturazione errata, l’Antitrust ha consigliato ai cittadini di ricorrere comunque al sollecito e alla dichiarazione della truffa. Questo anche per produrre una stima effettiva di persone vittime degli illeciti delle aziende di energia elettrica. Attendiamo la risposta delle suddette, tutte e sette infatti hanno diritto di fare ricorso.
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