Tutti i malati di Alzheimer finalmente possono iniziare a tirare un sospiro di sollievo. La scienza ha portato una notizia meravigliosa con un farmaco grazie a cui le cose potranno cambiare per sempre.
Recentemente è stato condotto uno studio, pubblicato poi su New England Journal of Medicine, dal quale sono emersi dei dati molto importanti. Sembra sia arrivato un farmaco che potrebbe rallentare il declino di tutti i malati di Alzheimer.
Questo medicinale, nel test, è stato somministrato per via endovenosa ogni due settimane ai pazienti presi in studio. È emerso che il declino della memoria è rallentata del 27%, nei 18 mesi.
I risultati della ricerca
È stata condotta una ricerca in cui sono stati presi in analisi 1.795 pazienti la cui età era compresa tra i 50 anni e i 90 anni. A tutti i pazienti in esame era stato diagnosticato l’Alzheimer in fase precoce. Metà dei pazienti sono stati sottoposti ad una cura effettuata con il lecanemab, mentre gli altri con placebo. In seguito gli studiosi hanno valutato la demenza dei pazienti e da questo studio sono emersi dei dati molto importanti. Sono stati tenuti in conto diversi sintomi, tra cui dimenticanza, difficoltà relazionali, capacità di risoluzione dei problemi. In entrambi i gruppi la malattia è progredita, ma coloro che hanno assunto il lecanemab hanno visto rallentare la stessa malattia.
A condurre questo studio è stato il professor Christopher van Dyck, direttore dell’Unità di ricerca sul morbo di Alzheimer dell’Università di Yale, USA. Bisogna però sottolineare che non è stato soltanto appurato l’effetto benefico di questo farmaco, bensì sono emersi anche degli eventi avversi.
Il lecanemab porta diversi effetti collaterali, come ad esempio mal di testa e microsanguinamenti nel cervello. Infatti una parte dei partecipanti allo studio ha dovuto immediatamente terminare l’utilizzo di questo farmaco proprio perché gli effetti collaterali si sono presentati in tempi brevi. Per la maggior parte dei casi, si sono verificati eventi avversi come reazioni alle infusioni endovenose e le anomalie nelle loro risonanze magnetiche.
I ricercatori però hanno voluto tranquillizzare tutto, sottolineando che nonostante ci siano stati tanti eventi avversi: “Nessun decesso è stato considerato dagli studiosi correlato al lecanemab o verificatosi con ARIA” .
Sicuramente si è raggiunto un risultato importante, eppure bisognerà ancora compiere altri passi per ottenere risultati perfetti.